Ieri, l’ultimo episodio: centinaia di chili di pesci morti. Già quest’anno il 4 aprile, il 22 maggio e il 26 giugno l’Arpalazio ha rilevalto l’inquinamento, ma fa finta di nulla. Il Sindaco non interviene, la Procura non indaga. Anche Goletta Verde ha saltato il campionamento delle acque. Eppure il divieto c’era dal 1971, prima che sorgesse lo stabilimento del presidente dell’Assobalneari. Acqua e sabbie inquinate.
Ieri, la morìa di pesci nel Canale dei Pescatori (o dello Stagno) riapre la questione dell’inquinamento lungo le spiagge di Ostia. Non è possibile che sia consentita la balneazione alla foce di questo Canale (che raccoglie le acque dell’entroterra ostiense). L’Arpalazio, responsabile dei controlli a mare, continua a non rispondere all’interrogazione del Consigliere Regionale Claudio Bucci (IDV) e ha consentito che per tutta l’estate si facessero i bagni, anche se il 4 aprile, il 22 maggio e il 26 giugno i valori hanno superato di molto quelli previsti per Legge. Il Sindaco non emette alcuna ordinanza, Goletta Verde (Legambiente) salta i campionamenti, la Procura di Roma tiene da quasi un anno nei cassetti il nostro esposto. Eppure fino a pochi anni fa la foce del Canale dei Pescatori era l’unico punto del litorale vietato alla balneazione. Ciò confermava quanto già esistente dal 1971, quando un’ordinanza del Sindaco di Roma, n.48435, 16/07/1971, imponeva il divieto di balneazione allo sbocco a mare del Canale per una estensione di mt. 200 a destra a e a sinistra dello sbocco stesso. Il cartello con la scritta ‘Divieto di Balneazione’ ancora è presente sul lungomare ma le distanze sono scomparse. Sarà perchè lo stabilimento “Le Dune” del Presidente dell’Assobalneari, Renato Papagni, è proprio lì accanto ?
Comunicato stampa LabUr – 22 settembre 2010