Le piogge di Maggio allagano l’Idroscalo. Non sono le mareggiate e l’esondazione del Tevere, ma l’incuria cui sono abbandonate le strade in manutenzione al Comune di Roma. Promesse mancate quelle di Vizzani, presidente XIII Municipio, di ricostruire la scogliera a fiume, mentre quella a mare è bloccata in Regione Lazio. Nel frattempo, piove nelle stanze del residence sull’Ardeatina dove sono alloggiate le famiglie vittime delle demolizioni di Febbraio.
L’Idroscalo di Ostia si allaga per la pioggia, così come accade nel XIII Municipio anche in quartieri come Saline ed Infernetto. Non sono le mareggiate e neppure l’esondazione del Tevere dunque a creare problemi per l’incolumità dei residenti, come invece vuole far credere il Comune di Roma.
“Sono la mancanza di manutenzione e l’assenza di fognature per le acque meteoriche le vere cause degli allagamenti all’Idroscalo di Ostia, rese ancora più gravi dal fatto che l’Assessore ai LL.PP. del Comune di Roma, Fabrizio Ghera, dopo un anno non ha ancora affidato nessuno degli 8 maxi lotti per la manutenzione stradale pubblica della Capitale”, afferma Andrea Schiavone, Presidente di LabUr – “All’Idroscalo le strade principali sono in manutenzione al Comune. Via dell’Idroscalo lo è dal 1983 e Piazza dei Piroscafi addirittura del 18 Ottobre 1937, con delibera Governatoriale. Evidentemente non lo sa nemmeno Amerigo Olive, Assessore ai LL.PP. del XIII Municipio, visto che non si procede nemmeno alla pulizia dei pochissimi ed insufficienti pozzetti a dispersione presenti presso il muro del vicino Porto turistico di Ostia. Eppure su Via dell’Idroscalo passa la linea ATAC 014, che ha il capolinea nello slargo terminale dell’Idroscalo di Ostia. Dopo solo due gocce d’acqua, si formano delle vere e proprie piscine che tracimano nelle piccole strade che si diramano da Via dell’Idroscalo, compresa Via della Carlinga davanti alla piccola Cappella di Santa Maria Assunta”.
“Si allaga persino il fatiscente posto di Polizia. Basterebbe poco per ottemperare ai propri doveri, ma il Comune di Roma non lo fa. Lascia appositamente nel degrado un’area per poter così intervenire con una finta operazione di Protezione Civile in assetto antisommossa, come accaduto il 23 febbraio u.s. demolendo le abitazioni” – dichiara Paula de Jesus, urbanista ed esponente del Pd – “A fine mese il TAR del Lazio si esprimerà sulla legittimità delle demolizioni. L’amministrazione capitolina e quella regionale intanto sono sempre più assenti, non solo in merito alla manutenzione stradale. Ad esempio, l’aggiudicazione della gara per la nuova scogliera a mare è bloccata in Regione Lazio in attesa che la Giunta di Renata Polverini, decida a chi affidare le sorti della propria Protezione Civile, mentre il Comune di Roma ha completamente disatteso la realizzazione della difesa lato fiume, composta di palancole in acciaio tipo Larssen 23, così come previsto dalla stessa ordinanza del 23 febbraio”.
“Dimenticare le promesse fatte è uno sport molto diffuso, cui partecipa anche il Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, che da gennaio parla, senza fare nulla, di 30 metri di scogliera frangiflutti lato fiume, distrutta dalle opere fatte a suo tempo dal XIII Municipio, sotto l’allora Presidente Davide Bordoni. Dulcis in fundo, piove anche dentro il residence Borgo Bel Poggio sulla via Ardeatina, dove sono state portate le famiglie rimaste senza casa dopo le ingiuste demolizioni del 23 febbraio all’Idroscalo. Ma a nessuno sembra importare nulla, a partire dal XIII Municipio demandato invece alle Politiche Sociali. Sarebbe proprio da dire: ‘Piove, governo ladro!’” – conclude Schiavone
Comunicato stampa LabUr – 17 Maggio 2010